“Si deve tener presente che i ragazzi raggiungevano la Nave come dei
naufraghi, dopo aver subito ogni sorta di peripezia e dopo aver fatto le
più tristi esperienze. Quasi tutti si trovavano in condizioni anormali,
turbati nel sistema nervoso e come spauriti dalla vita randagia e, molte
volte, in istato di denutrizione pietosa. L'ambiente ordinato e sereno della
Nave, il vitto sano, lo spettacolo del lavoro disciplinato, la urbanità
dei modi agivano da soli, come la più efficace medicina ed io lasciavo
che essa operasse senz'altre aggiunte, per un certo tempo, astenendomi,
di proposito, dall'intervenire, per non intralciare e disturbare questo
fattivo raccoglimento.” Giulia Civita Franceschi,
1947 |